Davide pavan

Caso Davide Pavan, intervista di Musicco al settimanale Cronaca Vera

Davide Pavan fu investito e ucciso da un poliziotto ubriaco, che uscì subito dai domiciliari e che ha patteggiato una pena a 3 anni e 6 mesi. Non perderà il lavoro. Alla famiglia della vittima invece è arrivata una fattura da 183 euro per ripulire il sangue del figlio dalla strada

Un fatto che lascia senza parole. L’avvocato Domenico Musicco, presidente dell’associazione delle vittime: «Non capisco come chi abbia disposto questo non provi vergogna. Ma purtroppo succede spesso»

Davide pavan
L’intervista all’avvocato Domenico Musicco su Cronaca Vera

 

Dall’intervista all’avvocato Domenico Musicco su Cronaca Vera:

Cronaca Vera ha chiesto un parere all’avvocato Domenico Musicco, presidente di Avisl Onlus, associazione delle vittime di incidenti stradali e promotore della legge sull’omicidio stradale: «La testimonianza della madre di Davide è molto toccante. Succede di rado che il responsabile chieda scusa, ma evidentemente si tratta di una perdita inconsolabile che non può in alcun modo alleviarsi. Quanto alla fattura di 183 euro, purtroppo non è la prima volta che capita un fatto pazzesco come questo, ovvero che le amministrazioni o il gestore della strada chieda i soldi per la pulizia della strada.

Ma, a parte l’insensibilità assoluta dell’impiegato o del dirigente che dispone una cosa del genere senza vergognarsi, dovrebbe essere il colpevole a dover pagare i danni e la pulizia della strada. Però avviene. Anche la frase della mamma sul fatto che siano sentiti abbandonati è vera, perchè per le vittime non ci sono supporti nè psicologici, nè legali, nè sostegni da parte dello Stato.

Mentre i responsabili, se finiscono in carcere, hanno lo psicologo o l’assistente sociale che aiutano a superare il trauma per quanto ovviamente inferiore a quello dei famigliari della vittima. È una cosa su cui bisognerebbe riflettere. Invece si pensa che con i soldi dell’assicurazione possano risolvere tutti i problemi della tragedia. È infine vero che la legge sull’omicidio stradale, come denunciamo da tempo, non funziona bene: 3 anni e 6 mesi sono veramente pochi per un fatto del genere, che non comporterà nemmeno la perdita del posto di lavoro. Viene svilita la portata della legge con un’applicazione piuttosto sciatta a favore dell’imputato.

E questo non va bene: perché abbiamo promosso la legge proprio per dare un senso di giustizia alle vittime. Così come abbiamo chiesto più prevenzione e controlli. In questo caso il responsabile è proprio un poliziotto, che per professione conosce la legge e dovrebbe essere colui che si occupa di prevenzione e controlli. La polizia si sarebbe dovuta mostrare per tale ragione più severa e lui doveva essere più consapevole di altri delle conseguenze del suo gesto».

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