Silvana Erzembergher

L’avvocato Domenico Musicco: “I danni del caso Erzembergher”

Silvana Erzembergher, uccise a colpi di pistola il vicino di casa e ne ferì la moglie. Ma potrebbe essere assolta per infermità mentale. Domenico Musicco: “Serve un fondo per le vittime”

Secondo i consulenti di accusa e difesa è socialmente pericolosa, ma totalmente incapace di intendere e di volere. E potrebbe essere trasferita in una struttura ospedaliera

Silvana Erzembergher

Da Cronaca Vera:

TREVIGLIO- Silvana Erzembergher, pensionata di 72 anni, è da tempo ricoverata nella Rems di Castigline delle Stiviere. Uccise a colpi di pistola il vicino di casa e ne ferì la moglie, convinta com’era che la perseguitassero. La Corte d’Assise di Bergamo ha deciso però che non sarà effettuata alcuna perizia psichiatrica: le consulenze di accusa e difesa concordano infatti nella totale capacità di intendere e di volere dovuta ad un disturbo delirante. Il che porterà molto probabilmente i giudici ad assolvere la donna. Monica Leoni, la vicina ferita, ha già revocato la costituzione di parte civile, rinunciando a testimoniare. E lo stesso ha fatto uno dei figli. Fu insomma, una tragedia dettata dalla follia.

 

LA MATTINA DI FUOCO DI SILVIANA ERZEMBERGHER

È la mattina del 28 aprile 2022. Silvana attende che i vicini di casa Luigi Casati, 62 anni, e la moglie Monica Leoni, 57, escano dall’abitazione con la loro cagnolina Chanel. Quindi estrae una calibro 38 e spara. Colpisce lui. E quando Monica si inginocchia a fianco del marito nel tentativo disperato di soccorrerlo, Silvana spara anche a lei, centrandola alle gambe, una specie di esecuzione sotto gli occhi atterriti degli abitanti del condominio Quadrifoglio. C’è chi riprende la scena successiva con il telefonino, con l’assassina che ha ancora la pistola puntata sulle vittime. Silvana torna poi in casa e non appena arrivano i carabinieri accompagnati da un’altra vicina, Anna Leoni, li fa entrare e alla donna dice: «Ciao, Anna». Vedova da vent’anni, ambulante per una vita con una bancarella di abbigliamento, dal 2001 aveva una pistola con regolare licenza rinnovata nel 2015: solo l’ultimo, con i vari lockdown, era slittato. Eppure diranno che spesso avesse minacciato di usarla. Monica l’aveva anche denunciata per un’aggressione con un bastone.

Racconta ai cronisti Francesca Turiani, che vive nello stesso palazzo: «Dopo i primi spari mi sono affacciata. Per terra c’era Luigi, Silvana era ancora là che puntava la pistola contro. Poi è arrivata Monica che si è abbassata a fianco del marito e a quel punto Silvana ha sparato ancora ferendola alle gambe. C’era chi gridava “scappate, scappate”. Anche dopo Silvana teneva fissa la pistola su di loro come se volesse continuare a sparare ma avesse finito i proiettili». Un’altra residente ricorda di essere stata minacciata lei stessa dalla pensionata in passato: «Bastava un niente che ti prendeva di mira». E un’altra vicina ricorda che, la mattina del delitto Silvana era già in strada un’ora prima di sparare. Altri la rammentano come una persona tranquilla. Anna Leoni, la residente che Silvana ha serenamente salutato al momento dell’arresto: «L’unica a creare problemi è la signora. Vive qui da anni, ma ha cominciato ad avercela con i Casati dall’estate scorsa. Un motivo non c’era, di notte si metteva anche a suonare i campanelli. Si inventava cose contro di loro».

Silvana abitava a pianoterra, i Casati in quello immediatamente sopra. E l’unica cosa che la donna ha detto ai carabinieri è stata: «Non ce la facevo più, non dormivo più da quattro anni». La figlia, Monica Zanda, parla in lacrime a Pomeriggio Cinque: «Chiedo umilmente scusa alla famiglia: non era mia madre, è sempre stata una brava persona che dava da mangiare agli uccellini e amava i cani». Dice che la mamma, dopo l’arresto «ha avuto un infarto, non è cosciente e non si rende conto di quello che è successo».

 

IL PROCESSO E LE PAROLE DI DOMENICO MUSICCO

Lo psichiatra Massimo Biza è il consulente dell’avvocato Andrea Pezzotta, che rappresenta la difesa. Le sue parole sono riportate dal Corriere della Sera: «Adesso è clamorosamente chiaro che è socialmente pericolosa. Nel momento dei due colloqui che abbiamo avuto, credo che l’avrebbe rifatto. Ma se l’avessi incontrata il giorno prima, non mi sarei reso conto che eravamo alla vigilia di un omicidio. Il disturbo delirante non dà nessun segnale. È un omicidio del tutto irrazionale, c’è un’inversione totale della realtà. Erzembergher proietta sulle vittime quello che è il suo odio. Il fatto che sia passata solo ora a un’aggressione così violenta, che non si è conclusa in due omicidi solo per caso, potrebbe essere legato a un inizio di demenza senile.

Domenico Musicco 3

Nell’anziano la capacità di contenersi è ridotta». Addirittura, aggiunge «le allucinazioni uditive sono continuate, la signora sentiva suonare il campanello di notte anche in carcere. Con la demenza in corso, ora è molto peggiorata e incattivita. È totalmente acritica, si aspettava che venisse rinchiusa la signora che è sopravvissuta. È l’imperscrutabilità del disturbo delirante».

Nel caso di assoluzione, la pensionata resterebbe comunque in una Rems. Ma le vittime, in questo processo, non verrebbero risarcite. Spiega a Cronaca Vera l’avvocato Domenico Musicco, presidente di AVISL ONLUS: «Le vittime dovranno fare un processo civile, sempre che la signora abbia dei beni. Da oltre un anno è purtroppo ferma in Parlamento una proposta di legge della nostra associazione per l’istituzione di un vero fondo per le vittime di reati violenti capace di intervenire in automatico anche in casi come questi. Perchè è assurdo che al dolore i parenti di chi è stato ucciso debbano aggiungere la rabbia per un mancato risarcimento».

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