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Luca Tosi Brandi, rinviati a giudizio per omicidio stradale i responsabili della ditta di manutenzione della strada. Musicco: “Fatto storico”

Luca Tosi Brandi morì a soli 20 anni mentre viaggiava sul suo scooter in via del Labaro a Roma, andando a sbattere contro un muro a causa delle buche sull’asfalto. Era il dicembre 2018.

Oggi il gip Paola Della Monica ha rinviato a giudizio per omicidio stradale il rappresentante legale e il responsabile della sorveglianza della ditta che si sarebbe dovuta occupare della manutenzione della strada e il responsabile. Il processo è fissato per il primo giugno 2022.

L’avvocato Domenico Musicco, legale di parte civile della famiglia Tosi Brandi e rappresentante legale di AVISL Onlus (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità) è soddisfatto: «Ci troviamo di fronte ad una pronuncia di portata storica. Non era mai accaduto prima infatti che i tecnici della manutenzione stradale venissero rinviati a giudizio con un’accusa di omicidio stradale. Significa che l’ipotesi di una responsabilità non solo oggettiva di chi ha in carico la messa in sicurezza dell’asfalto merita quantomeno un processo. Come ho avuto modo di dire all’indomani della richiesta di rinvio a giudizio, stiamo assistendo ad un radicale cambio di mentalità anche nella magistratura, che non considera più responsabili degli incidenti soltanto chi circola, ma anche chi deve occuparsi della sicurezza delle strade. Per le vittime questa rappresenta già una grande vittoria. Basti pensare che prima della legge sull’omicidio stradale per la quale ci siamo battuti per anni, i processi per dare giustizia alle vittime erano considerati di serie B e i colpevoli se la cavavano sempre con pene irrisorie. Quel tempo è finito. E forse sta anche finendo il tempo dell’incuria delle strade. Quanto accaduto oggi non è infatti solo un rinvio a giudizio. A mio modo di vedere costituisce un monito per chiunque si assuma l’onere di mettere in sicurezza le nostre strade, ma poi, per qualsiasi ragione, non lo fa, lasciando che le nostre vite siano messe a repentaglio. È finito il tempo dello scaricabarile».

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