Il caso di Giuseppe Morgante su Cronaca Vera di questa settimana. Il presidente di Avisl, avvocato Domenico Musicco avverte: “La perizia psichiatrica su Sara Del Mastro non sia escamotage per sconto di pena”
Da Cronaca Vera
Sara Del Mastro, la 38enne che lo scorso maggio sfregiò con l’acido Giuseppe Morgante, il suo ex di otto anni più giovane, sarà sottoposta a una perizia psichiatrica, richiesta dalla difesa insieme con il rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Un passaggio che si aspettavano tutti dopo che il gup Piera Bossi aveva rigettato la richiesta di patteggiamento ad appena cinque anni, peraltro già accettata dalla Procura.
Il giudice aveva accolto le tesi sostenute nella sua memoria dall’avvocato Domenico Musicco, legale di Morgante e presidente di Avisl (Associazione Vittime Incidenti Stradali, sul Lavoro e sulla malasanità), che spesso si è trovato a difendere vittime di reati violenti.
«Mi auguro che la perizia non diventi un mero escamotage per ottenere uno sconto di pena», ha chiarito Musicco.
Tutto è cominciato nel maggio 2019: Giuseppe e Sara, che vivono nella stessa città, si erano conosciuti su una chat. Una frequentazione durata poco, ma della quale lei non ha saputo accettare la fine. Il giovane, dopo essere stato tormentato anche con 800 telefonate al giorno, si è dovuto rivolgere alle forze dell’ordine presentando una denuncia per stalking. Per mesi infatti Sara ha perseguitato lui, i suoi contatti social e anche donne che cercava di allontanare dicendo – sapendo di mentire – di essere incinta di Giuseppe.
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Lunga persecuzione
«Cane morto», «pezzente», «uomo di m…a», «devi morire», «non sei ancora morto? Peccato», queste alcune delle minacce ricevute dall’uomo da profili falsi su Facebook.
Pochi giorni prima dell’aggressione, Giuseppe ha raccontato tutto alla trasmissione “Le Iene”, spiegando come Sara, un giorno, abbia pure mostrato un coltello al fratello, scambiato per lui, e lo abbia minacciato: «Tu mi hai rovinato la vita, ti ammazzo».
L’uomo ha poi mostrato le immagini di undici gomme della sua auto ritrovate bucate nell’arco di quattro mesi. Sara, intervistata dalla stessa trasmissione ammette tutto, poi riprende a mentire sostenendo di essere davvero in stato di gravidanza, solo per essere poi smentita da un test proposto dalla giornalista televisiva.
Qualche giorno più tardi, Giuseppe filma la 38enne mentre sfreccia in auto vicino a lui, che si domanda: «Cazzo c’ha in testa? Non è che mi butta addosso l’acido?».
Una premonizione da brividi, perché è esattamente ciò che accadrà. Arrestata, Sara si dice subito pentita. La Procura non contesta la premeditazione, nonostante la boccetta dell’acido fosse stata comprata qualche giorno prima, e accetta un patteggiamento a 5 anni: un’inezia di fronte, ad esempio, al caso di Gessica Notaro, per la cui aggressione con l’acido Edson Tavares è stato condannato a 15 anni, 5 mesi e 20 giorni. La vicenda indigna non poco, e alla fine il gup rigetta la proposta, cui ora è seguita la richiesta di rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica.
Un altro dramma
«Voglio solo giustizia, credo che la perizia sia solo una scusa, lei era lucida», afferma Giuseppe che ha ustioni di terzo grado sul 10% del corpo e rischia di perdere un occhio, dopo essersi già sottoposto a diversi interventi e a cure costose sostenute senza alcun aiuto dallo Stato.
«Non siamo contrari pregiudizialmente a una richiesta di perizia, se si ravvisasse che l’imputata necessita anche di cure psicologiche», ha aggiunto l’avvocato Musicco.
Anche Morgante nominerà un perito di parte, perché non nasconde alcune perplessità.
«L’imputata ha esibito un certificato medico che attesterebbe che lo stesso giorno dell’aggressione, era stata da uno psichiatra», conclude il legale. «Lo trovo un alibi precostituito».
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Se così fosse, questo documenterebbe la premeditazione. Nel frattempo, a Milano, si è registrato un episodio identico a quello che ha visto vittima Giuseppe, anche in questo caso tra due persone che si sono conosciute online, e anche qui lui è molto più giovane di lei. Una donna, Tamara Masia, di 43 anni, ha iniziato a tempestare di messaggi il suo ex, Daniele Polacci. Ex per modo di dire, dato che il giovane dice che si sono visti 3 o 4 volte. Lei gli ha inviato centinaia di messaggi su WhatsApp prima di decidere di aggredirlo con acido e spray al peperoncino.
«Per fortuna gli occhi si sono salvati», ha commentato il ragazzo. La donna è stata poi arrestata a Genova e ora si trova in carcere. Le indagini hanno rivelato che negli ultimi due anni la 43enne era già stata denunciata quattro volte per stalking.
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