Il caso Giuseppe Morgante su Cronaca Vera, con un’intervista al suo legale Domenico Musicco, presidente di Avisl
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Da Cronaca Vera n.2464 del 19 novembre 2019
LEGNANO (MILANO) – La vicenda è davvero incredibile e per molti è motivo di indignazione. Lo scorso maggio, la 38enne Sara Del Mastro aveva aggredito il suo ex fidanzato gettandogli addosso una bottiglietta di acido e provocandogli ustioni sul 10% del corpo – all’addome, al torace, al collo, alle mani e al volto – tanto che ancora oggi, la vittima, il 30enne Giuseppe Morgante, rischia di perdere l’occhio destro.
Giuseppe e Sara vivono nella stessa città, ma si sono conosciuti su una chat. Una frequentazione durata poco, e della quale lei non ha saputo accettare la fine, tanto che tormentava il giovane anche con 800 telefonate al giorno, e lui si era dovuto rivolgere alle forze dell’ordine presentando una denuncia per stalking. Una persecuzione andata avanti per mesi, e che coinvolgeva anche i suoi contatti social, donne che Sara cercava di allontanare dicendo di essere incinta di lui – ovviamente, un’invenzione.
Sulla propria pagina Facebook Morgante ha ricevuto delle vere minacce, inviate tutte da falsi profili: “Cane morto”, “pezzente”, “uomo di merda”, “devi morire”, “non sei ancora morto? Giuseppe aveva raccontato tutto alla trasmissione “Le Iene”, spiegando come Sara, un giorno, avesse pure mostrato un coltello al fratello, scambiato per lui, dicendogli: «Tu mi hai rovinato la vita, ti ammazzo».
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Da 8 a 14 anni
Giuseppe aveva mostrato in tv le immagini di undici gomme della sua auto ritrovate bucate in quattro mesi. Intervistata dalla stessa trasmissione, Sara ha ammesso tutto, per poi riprendere a mentire, sostenendo davanti all’inviata del programma televisivo di essere davvero in stato di gravidanza, ma venendo smentita da un test proposto dalla giornalista. Qualche giorno dopo, Giuseppe l’aveva filmata mentre passava in auto, dicendo nel microfono del cellulare: «Cazzo c’ha in testa? Non è che mi butta addosso l’acido?».
Una premonizione da brividi, perché è esattamente ciò che è poi accaduto, e le conseguenze di quell’aggressione, le cicatrici e la trasformazione del suo corpo Giuseppe se le porterà dietro per tutta la vita. Oggi Giuseppe deve fare medicazioni quotidiane a sue spese. Tanto che è stata aperta una raccolta fondi per aiutarlo: gofundme.com/f/aiutiamogiuseppe.
Le aggressioni con l’acido sono di una gravità tale che, due mesi dopo i fatti, è stata stabilita una nuova fattispecie di reato nel pacchetto cosiddetto di “codice rosso” che punisce «chiunque cagiona ad alcuno lesione personale dalla quale derivano la deformazione o lo sfregio permanente del viso» con la reclusione da otto a quattordici anni.
Perizia psichiatrica
Ma la vicenda di Giuseppe Morgante, la cui dinamica appare lampante, rischia di finire punita con una pena inadeguata. La difesa infatti ha chiesto il patteggiamento a 60 mesi e la Procura ha accettato. Il pallino è ora nelle mani del gup, che il 19 dicembre deciderà se accettare o meno.
Domenico Musicco, avvocato di Giuseppe e presidente dell’Avisl (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità), molto noto per le sue battaglie vincenti anche in tema legislativo – come quella per l’omicidio stradale –, è stupito. «Non capisco questa diversità di trattamento quando ad essere vittima è un uomo e non una donna, come se il reato fosse meno grave», dice il legale intervistato da “Cronaca Vera”. «La Procura non contesta la premeditazione, eppure non solo c’era una denuncia ben precisa prima dell’accaduto, non solo c’erano episodi allarmanti avvenuti in precedenza, ma la boccetta con l’acido era stata comprata tre giorni prima. Più evidente di così, non so. Io spero che il gup non accetti il patteggiamento, cosa che rappresenterebbe un inquietante precedente. È peraltro preferibile che l’indagata sia sottoposta a perizia psichiatrica, cosa che l’accusa non ha chiesto, ed eventualmente curata in una struttura protetta. Una condanna a cinque anni significa che fra un anno Sara Del Mastro sarà sostanzialmente a piede libero e a due passi dalla casa della vittima. E una persona così non può non essere considerata pericolosa».
Gigi Montero
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