“L’omicidio stradale è legge. Noi ci aspettiamo che venga applicata la legge, nulla di più. Una persona che ubriaca si mette al volante e uccide un uomo non può e non deve rimanere impunito. La dinamica dell’incidente e gli accertamenti delineano quello che si prefigura come un caso chiarissimo. Oltretutto, l’uomo alla guida del furgoncino che ha spezzato la vita di un giovane avvocato è anche recidivo, per sua stessa ammissione. Speriamo che la legge venga applicata, anche se ciò, da solo, non basta a lenire il dolore di una famiglia. Sin da questo momento la nostra associazione a deciso di mettersi a totale disposizione della famiglia della giovane vittima. Vogliamo far sentire la nostra vicinanza e, laddove sarà ritenuto opportuno, anche intervenire per vigilare su questa vicenda”.
Si esprime così l’avvocato Domenico Musicco, presidente della Onlus Avisl (Associazione Vittime Incidenti Stradali) sul caso di Luca Andrea Latella che era al volante della sua auto d’epoca, fermo al semaforo in attesa del verde all’angolo tra via Ferrari e via Campazzino, a Milano, quando un Mercedes Vito gli è piombato addosso a tutta velocità. L’avvocato di 31 anni è morto per le gravi ferite riportate nel violentissimo schianto.
Alla guida del Vito c’era un peruviano di 34 anni. Su di lui sono proseguiti gli accertamenti, che alla fine hanno confermato i sospetti iniziali (nel mezzo sono state ritrovate tracce di birra): sembra che avesse un tasso alcolemico superiore a 1,5 (a fronte di un limite massimo fissato per legge a 0,5); e per di più gli era appena stata restituita la patente, ritirata mesi fa pare sempre per guida in stato di ebbrezza.