carlo lissi

STRAGE DI MOTTA VISCONTI, LA PERIZIA INCHIODA CARLO LISSI

Alle 9.30 di domani la strage di Motta Visconti tornerà in aula. Carlo Lissi, l’uomo che la sera del 14 giugno dello scorso anno ha sterminato la sua famiglia: la moglie e i due figli di 20 mesi e 5 anni, si siederà ancora una volta davanti al giudice del tribunale di Pavia, Luisella Perulli, con l’accusa di triplice omicidio.

Lo psichiatra Giacomo Mongodi, che ha già sottoposto le sue considerazioni ai consulenti nominati dalle parti civili e dal pubblico ministero Giovanni Benelli, è stato chiaro. Secondo il perito nessun elemento deporrebbe a favore di un’infermità anche parziale dell’informatico di Motta Visconti. E giocherebbe a suo sfavore anche la trama ordita dopo il delitto per simulare una rapina. Sintomo di una capacità di dissimulare la realtà per costruirsi un alibi e difendersi. Non solo, l’omicida non avrebbe manifestato un sincero pentimento.

Per l’avvocato Domenico Musicco, che rappresenta Giuseppina Redaelli, mamma e nonna delle vittime e di Claudio Riccitelli, cugino di Maria Cristina Omes, quanto emerso finora “rispecchia ciò che abbiamo sempre sostenuto. Chi uccide la propria moglie e i propri figli, con l’aggravante della premeditazione, e poi mette in piedi una messinscena come quella architettata da Lissi, è in grado di intendere e di volere. É per questi motivi, e per rendere giustizia alle vittime innocenti di questa assurda strage, che ci batteremo per il massimo della pena. Siamo davanti ad uno dei più orrendi delitti degli ultimi anni e vogliamo giustizia”.

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