“Abbiamo licenziato definitivamente la legge delega sul nuovo Codice della Strada. L’Aula della Camera dovrebbe licenziare il testo a ore e spero che mantenga l’impalcatura’ votata dalla Commissione Trasporti. In quel testo abbiamo inserito due norme che riguardano ergastolo della patente e reato di omicidio stradale. Ringrazio il relatore Gandolfi, il presidente della commissione e la commissione intera per aver sposato a larghissima maggioranza questa impostazione”.
Lo ha detto il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, ad una delegazione di familiari delle vittime della strada e rappresentanti delle associazioni Avisl e Matteo La Nasa che ha incontrato oggi alla Camera, nel giorno in cui l’esame del disegno delega va all’esame di Montecitorio.
“Nel testo inviato alla Camera – ha spiegato Nencini ai familiari delle vittime della strada – abbiamo scritto testualmente che il reato si omicidio può essere ‘anche’ introdotto attraverso una revisione del codice penale. Sono ottimista sull’approvazione del testo prima alla Camera e poi al Senato. Il Governo è d’accordo e c’è una maggioranza solida”- ha aggiunto Nencini. “Dobbiamo continuare a batterci per l’inasprimento delle pene per chi provoca la morte di una persona. Tra sconti di pena e indulti – ha proseguito Nencini – molti non scontano un giorno di carcere. Cercheremo di accelerare i tempi”- ha concluso Nencini.
“Quello davanti alla Commissione Trasporti è stato un passo in avanti fondamentale”, ha detto l’avvocato Domenico Musicco, presidente della Onlus Avisl (Associazione Vittime di Incidenti Stradali, sul Lavoro e Malasanità), che per prima ha proposto la modifica del codice della strada.
“Da anni stiamo lottando per introdurre il reato di omicidio stradale per chi provoca incidenti sotto l’effetto di alcool, droga o fugge dopo aver provocato un incidente. I familiari delle vittime non avranno mai indietro i loro cari, ma questa è una battaglia per la giustizia e per il futuro. In Italia, lo scorso anno ci sono stati oltre 3.600 morti e più di 256 mila feriti con un costo per la sanità pari al 2 per cento del Pil nazionale.
Una strage silenziosa che va fermata”, ha detto il presidente di Avisl, che aggiunge: “Non ci fermiamo qui, la battaglia è rivolta anche al futuro e all’educazione delle giovani generazioni, solo così potremo fermare questa strage”.